“Definire chi sono i cosiddetti “Cimbri” della montagna veneta e trentina e raccontarne le vicende non è impresa semplice. Il loro stesso nome è da ritenersi improprio, anzi, una vera e propria invenzione letteraria, e la loro storia più antica ha lasciato labile traccia di sé nei pochi documenti giunti fino a noi.
La scomparsa degli scritti che li riguardano è dovuta soprattutto alle devastazioni e agli incendi che si susseguirono nei secoli scorsi in occasioni di guerre, invasioni e rivolte. Ma una causa niente affatto secondaria del silenzio e del mistero che avvolgono le loro vicende è da ricercarsi nella natura stessa di quel popolo di montanari, che mai fu dedito alle lettere e che solo sporadicamente annoverò fra la propria gente qualcuno che si prendesse la briga di raccontarne le origini e le gesta.
Un popolo fantasma dunque? Assolutamente no: occorre però saper distinguere fin dall’inizio. Bisogna infatti non confondere tra di loro i vari e differenti “Cimbri” presenti nei libri di Storia: lo stesso nome indica infatti sia un popolo di barbari nord europei giunti in Italia cent’anni prima di Cristo – e che furono sconfitti e scacciati dalle legioni romane – e sia una moltitudine di coloni thodeschi o teutonici o alemanni che a partire dall’anno Mille, dopo Cristo, s’insediarono sui monti e nelle valli poste a cavallo delle province di Vicenza, Trento e Verona. Anche quest’ultimi vennero infatti chiamati – per un banale qui pro quo linguistico – col nome di “Cimbri”, pur non avendo niente a che spartire col precedente popolo barbaro, scomparso dall’Italia oltre undici secoli prima senza lasciar traccia di sé.
Per quanto riguarda gli immigrati tedeschi che nel Medioevo colonizzarono le montagne venete e trentine, con una loro cultura, un loro linguaggio e una storia ricca di avvenimenti, dobbiamo invece prendere atto che le loro vicende ci toccano da vicino. Costoro rappresentano infatti una delle tante componenti che hanno dato origine alla società veneta contemporanea e, più in generale, alla società italiana.
Nonostante il tempo abbia cancellato le tracce più antiche, sono comunque giunte fino a noi notizie, cronache, nomi, toponimi, risoluzioni, atti notarili e tanti altri documenti che ci permettono di ricostruire le vicende dei Cimbri della montagna veneta-trentina. Un popolo creduto anch’esso ormai estinto ma che invece, per tanti e significativi aspetti, esiste ancora ed è anche per tale motivo che è interessante conoscerlo da vicino. La sua è infatti una microstoria ricca di insegnamenti – e per certi aspetti addirittura esemplare – che è continuata di secolo in secolo fino ai giorni nostri.
E che continua ancora oggi.
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In questo lungo racconto non ho seguito un criterio meccanicamente cronologico, ma ho deciso di porre in evidenza solo alcuni aspetti della storia dei Cimbri, quali, ad esempio, le contese per i confini, il brigantaggio, l’adesione alla riforma protestante, il contributo all’affermarsi della rivoluzione industriale. Questi temi sono, a mio giudizio, fondamentali, importanti e peculiari per capire il mondo cimbro al di fuori d’ogni cliché stereotipato.
Con questo libro desidero rivolgermi unicamente ai tanti lettori che per anni, alla fine delle presentazioni dei miei romanzi, mi chiedevano dove potessero trovare, raccolte insieme, le storie del mondo cimbro che avevo raccontato loro. Ecco, d’ora in avanti le potranno trovare riunite in questo volume […]”